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Seneghe è un piccolo paese del Montiferru con una tradizione agropastorale, ciò si rispecchia inevitabilmente nell'organizzazione e nella celebrazione del tempo comunitario.
Durante il corso dell'anno i momenti critici e simbolici sono sanciti da feste e riti che segnano l'alternarsi ciclico del tempo. Queste dinamiche ben si evidenziano nel ricco calendario cerimoniale della vita comunitaria, scandito da feste cicliche (Ardie, raccolte della legna e Falò cerimoniali, Feste religiose e civili) che segnano l’alternarsi delle stagioni e il riproporsi di un tempo circolare che necessita di essere rinnovato periodicamente.
Un momento fondamentale nella tradizione popolare del paese è il Carnevale.
Tra il 19 e il 20 Gennaio i festeggiamenti in onore di San Sebastiano, patrono del paese, danno inizio a una cerimonia comunitaria identitaria. Da questo momento, ogni domenica pomeriggio, compresi quello della Candelora e del Giovedì Grasso, la comunità si riunisce in “Partza de sos Ballos” (Trad. Lett.: Piazza dei balli), celebrando un rito coreutico-musicale. Si danza insieme fino al Martedì Grasso per festeggiare “Su Carrasegare” (Trad. Lett.: Il Carnevale), rispettando tacitamente un ordine preciso nella disposizione delle coppie, che al ritmo della fisarmonica o della poesia de “sos Cuntrattos” *, animano la piazza sotto lo sguardo attento dei presenti, questo è “su Cabodo”: regole che si perdono nella memoria della comunità, che caratterizzano un ballo identitario con una propria specificità locale.
Solamente se si conosce questa pratica, è consentito ballare. Durante la mattina del martedì, nello spazio comunitario per eccellenza, la piazza, si giunge al culmine dei festeggiamenti con “sas Andantzas” (Trad. Lett.: Le Danze): il ballo tradizionale de “su Martis de Coa” (Trad. Lett.: Martedì Grasso), che si pratica esclusivamente in questo giorno dell'anno.
Il Carnevale rappresenta un evento centrale nel calendario festivo, atteso, condiviso e gelosamente preservato dalla comunità.
Il centro della piazza è occupato dal fisarmonicista in “sa cadira” (Trad. Lett.: la sedia), durante questi pomeriggi di Carnevale, tutto il paese si riunisce in sa “Partza de sos Ballos” per ammirare e partecipare a “su ballu” (Trad. Lett.: Il ballo). Alle spalle de “su Sonadore” (Trad. Lett.: il Suonatore), i ballerini, uno a fianco all’altro, si dispongono in semicerchio tenendosi sottobraccio. Dietro di loro arrivano le donne, che toccando loro la spalla li invitano a staccarsi dal gruppo e a ballare in coppia: ognuna di queste, ballando e ruotando su sé stessa, si dirige verso il fisarmonicista e poi torna indietro con compostezza rispettando i propri spazi. Si assiste a una disposizione coreutica che non lascia spazio alla confusione, ma a un ballo ordinato e coreografico: “su Cabodo”.
Questo viene stabilito in base alla posizione iniziale dei ballerini in “su printzipiu 'e ballu” (Trad. Lett.: il principio del ballo), non si deve oltrepassare o tagliare la strada al ballerino che precede mentre si balla.
Al termine di ogni ballo, nelle stesse modalità, la donna invita il ballerino successivo, e così per tutta la sera uno per uno, dal primo all’ultimo componente, di ballo in ballo, rispettando l’ordine di successione di ciascun ballerino. Per i Seneghesi risulta necessaria l'importanza di riunirsi in uno spazio-tempo, quello festivo e quindi quello extra ordinario, che consenta al gruppo sociale di interagire in un contesto conviviale, in un luogo-simbolo che può effettivamente accogliere e unire tutta la comunità.
Infatti la piazza non è importante solo per chi balla ma anche per chi vi si riunisce tutt’intorno per osservare, criticare, socializzare, festeggiare, eccedere con il cibo e con il vino. La mattina dedicata a “sas Andatzas” (trad. Lett.: le Danze), il ballo tradizionale de “su Martis de coa” (trad. Lett.: Martedì Grasso) rappresenta un momento speciale, durante questa giornata infatti, oltre ballare oppure osservare chi balla, ci si abbandona ai festeggiamenti tipici dell’eccesso del Carnevale. Nei vicoli prospicenti la piazza, numerose auto aprono i propri bagagliai per mostrare come contenuto ricchi aperitivi, oggi tale pratica prende il nome di “cofani aperti”. Gli ospiti sono ben accetti, si viene intrappolati in un vortice di condivisione ed ebrezza, eccessi alimentari che sanciscono un tempo extra-ordinario che va celebrato, condiviso e propiziato. Si rinsaldano rapporti, se ne creano di nuovi, l’allegria e il divertimento sono al culmine, tutti si ritrovano e ci si sente uniti in un senso comunitario che in questo momento dell’anno raggiunge la sua massima espressione.
* Su Cuntrattu è un coro, formato dall'unione di quattro voci maschili: "Pesadoe" (o boghe), "Mesa Oghe" (contralto o Tenore Primo), "Contra" (baritono), "Bassu" (Basso). Su "Pesadoe", è la voce principale de su Cuntrattu, intona la poesia che viene cantata (scritta da poeti seneghesi nella maggior parte dei casi). Seneghe è un luogo rinomato anche per la storica tradizione poetica.
(di Erika Meles, Antropologa)
(Foto Francesco Cubeddu, Stefano Flore, Luca Piu)